TERNI

Città dell'Umbria, capol. della provincia omonima; situata a 130 m s.l.m. in un'ampia conca appenninica, è attraversata dal fiume Nera, che riceve qui le acque del t. Serra: comune di 211,90 km2 con 107.333 abitanti. Il nucleo originario, ampliatosi in età medievale, sorse alla destra della Nera, che in questo tratto scorre rapida e incassata, e nel sec. XIV fu racchiuso entro una possente cinta muraria. Lo sviluppo industriale e quindi demografico della città, iniziatosi negli ultimi decenni del secolo scorso, diede l'avvio a una rilevante espansione edilizia, attuata secondo schemi preordinati e diretta in un primo tempo verso N, in direzione della stazione ferroviaria, poi verso NE, nell'area compresa fra i due corsi d'acqua, quindi verso W e SE, oltre il corso della Nera. Risorta con un volto in gran parte rimodernato dopo le gravi distruzioni della II guerra mondiale, la città si è estesa ulteriormente, soprattutto verso W, con nuovi quartieri in prevalenza residenziali. T. è un cospicuo centro industriale, attivo specialmente nei settori siderurgico, metalmeccanico, chimico e idroelettrico, il cui sviluppo è stato favorito dalla particolare ricchezza di acque. Tuttavia nel corso dell'ultimo decennio la crisi mondiale della siderurgia ha avuto ripercussioni negative sulla struttura Veduta della città di Ternieconomico-produttiva della città. T. è sede vescovile.StoriaLa località, già abitata nell'Età del Ferro, divenne città con gli Umbri. Sottomessa dai Romani (sec. III a. C.), che la chiamarono Interamna Nahars, fu città federata ed ebbe la cittadinanza con la guerra sociale (90-88). Prosperò durante tutta l'età romana, poi subì saccheggi e devastazioni. Fu tormentata da lotte tra guelfi e ghibellini e contesa dagli imperatori e dai papi. Subì anche varie signorie (sec. XIV). Verso la metà del sec. XV rimase soggetta alla Chiesa. Da T. mossero Giovanni ed Enrico Cairoli per entrare nella capitale (1867).Archeologia e arteLa fase preromana è testimoniata da vaste necropoli dell'Età del Ferro (sec. XVII a. C.) con tombe a incinerazione e inumazione. Della città romana restano tratti delle mura a grandi blocchi e della pavimentazione (via Roma) corrispondente all'antico cardo. All'estremità sud-occid. della città sono i resti dell'anfiteatro. La città attuale, di prevalente aspetto moderno, conserva alcuni interessanti monumenti medievali. La chiesa di S. Salvatore, sorta su un preesistente tempio romano, è formata da un corpo a pianta centrale preceduto da un avancorpo rettangolare (sec. XII). La chiesa gotica di S. Francesco fu innalzata intorno al 1265 e trasformata in parte nel sec. XV. Di qualche rilievo il duomo (sec. XVII), le medievali chiese di S. Alò, S. Pietro e S. Lorenzo e il palazzo Spada (sec. XVI), di A. da Sangallo il Giovane. I Musei Civici conservano dipinti di scuola toscana (B. Gozzoli) e umbra, oltre a vario materiale archeologico.La provinciaLa provincia di T. (33 comuni; 2122 km2; 222.000 ab.), la meno estesa e la meno popolata delle due province umbre ma la più densamente abitata, occu pa il settore sud-occid. della regione ed è limitata dalle prov. di Perugia, Rieti, Viterbo e Siena. Il territorio è prevalentemente collinare e montuoso, costituito da formazioni calcaree e argillose, tranne a NW dove si spingono entro i limiti della prov. le pendici nord-orient. dell'apparato vulcanico dei Monti Volsini. Il principale fiume è il Tevere, che riceve da destra le acque del Paglia e da sinistra l'apporto idrico ben più cospicuo della Nera, arricchita poco a monte del capoluogo dalle acque del Velino. Il clima è temperato, ma varia con l'altitudine e con la diversa esposizione dei versanti; le estati sono in genere fresche, gli inverni miti e piovosi. Le precipitazioni, concentrate in buona parte nei mesi invernali, non superano i 1000 mm annui se non nei distretti montuosi a NE di T. e scendono a circa 800 mm nell'Orvietano. Lo sviluppo delle attività industriali nei centri economicamente più sviluppati costituisce una attrattiva notevole per la manodopera dei comuni più poveri che abbandona il lavoro dei campi e contribuisce così a frenare il flusso emigratorio verso altre province, in particolare verso la capitale e i centri industriali dell'Italia del Nord. I centri principali, dopo il capol., sono Orvieto, Amelia e Narni. Lo sviluppo economico di T. e di pochi altri comuni, che concentrano la quasi totalità delle attrezzature industriali, mette in luce gli squilibri nell'apparato produttivo provinciale, nell'ambito del quale sia l'agricoltura sia le attività commerciali sono in crisi. I principali prodotti agricoli sono cereali, ortaggi, frutta e uva da vino. In campo industriale operano varie imprese in prevalenza nei settori siderurgico, meccanico, idroelettrico, chimico (carburo di calcio, calciocianamide, materie plastiche, cellulosa, fertilizzanti), ma anche in quelli elettrotecnico, grafico-editoriale, tessile e alimentare. Discreto è il movimento turistico (Orvieto e Terni). Città con più di 110.000 abitanti le cui origini risalgono alla preistoria, come testimoniano i resti degli insediamenti italici ai margini della ferilissima pianura ternana sulla quale sfocia la pittoresca Valnerina. Molt inteessanti a questo pnposito, i reperti conservati nel locale Museo archeologico, ordinato a Palazzo Manassei . Fiorente municipio romano, imponentissima città medievale, oggi la vita di Terni ha ritmo e caratteri decisamente moderni che contrastano con le testimonianze del suo antco passato: i resti dell'Anfiteatro Fausto (32 d.C), il Palazzo Spada del XVI sec. attribuito al Sangallo ed ora residenza municipale, la chiesa di San Francesco (Xlll sec.) e la basilica di S. Valentino, patrono della città, che conserva le spoglie del santo. La grande disponibilità di acqua, oltre, che caratterizzare l'ambiente naturale, ha favorito in ogni tempo le attività produttive, sviluppatesi dopo l'unità nazionale, fino a fare di Terni la più importante città industriale del centro Italia nei settori siderurgico, meccanico elettrico e chimico. A 6 Km. da Terni l'impressionante Cascata delle Marmore. A 15 km. l'incantevole lago di Piediluco azzurro e cristallino, immerso nel verde delle colline, offre ogni possibilità di attività balneari e sportive, fra cui pesca e canottaggio. Domina lo specchio di Piediluco, in un bosco di essenze pregiate, Villalago, con teatro all'aperto, parco Robinson ed impianti per il turismo sociale. A circa 6 Km la città romana di Carsulae, riportata recentemente alla luce.

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La storia...

La città di Terni si estende al centro di una vasta conca pianeggiante ricca di acque, posta alla confluenza del fiume Serra con il Nera e circondata da ogni lato dalle dolci colline umbre. La vallata risulta essere stata abitata fin dai tempi più antichi, come dimostrano le migliaia di tombe, databili a partire dalla fine dell'età del bronzo, rinvenute nelle necropoli delle Acciaierie e di San Pietro in Campo. Il primo insediamento stabile si deve agli Umbri intorno al VII secolo a.C., come testimonia un'iscrizione che pone la fondazione della città al 672 a.C. Intorno al III secolo a.C. fu conquistata dai Romani che ne fecero un fiorente municipio. Terni divenne in seguito un importante centro urbano, grazie alla vicinanza con Roma ed ai collegamenti viari (Flaminia) che ad essa la univano. Ai Romani si deve anche il primo nome che la città ebbe: "Interamna", ovvero città posta tra due fiumi. Nei secoli successivi alterne vicende caratterizzarono la storia della città: questa, prima passo ' dal dominio pontificio a quello Imperiale per poi tornare definitivamente sotto il giogo dello Stato Vaticano. Sul finire del XIX secolo, si incominciarono a sfruttare le ingenti risorse idriche della zona a scopo industriale. E fu così che a partire da quegli anni si svilupparono i settori siderurgici, elettrochimico ed elettrico che contribuirono a rendere Terni una città assai importante per lo sviluppo industriale italiano. Risale infatti a quegli anni la nascita delle Officine Breda che poi si trasformarono in uno dei colossi della siderurgia: le Acciaierie. A causa di tali insediamenti industriali, la città subì durante il secondo conflitto mondiale più di cento bombardamenti che distrussero interi quartieri e danneggiarono molti edifici pubblici.Terni si presenta oggi con un aspetto decisamente moderno, anche se sono ancora visibili molte testimonianze dei secoli passati

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...e la leggenda

Sullo stemma della città di Terni è raffigurato un drago, detto anche Tiro. Questa simbologia è legata ad una leggenda che narra di un orribile drago che, tanti anni fa, viveva nel territorio ternano, tenendo in continuo terrore tutta la popolazione. Finalmente un giorno un giovane ternano della nobile famiglia dei Cittadini riuscì a sconfiggere il drago, ottenendo in dono i terreni che un tempo erano stati infestati dal drago, luoghi che in breve divennero tra i più ameni del territorio. Probabilmente questa leggenda ebbe origine dal fatto che, un tempo, gran parte del territorio ternano era paludoso. Poi i terreni vennero prosciugati dalla bonifica, divennero fertili e belli. Così, gli acquitrini e la malaria rimasero solo un lugubre ricordo e si identificarono, nella fantasia popolare, con la figura del drago.

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